Storia geologica delle Dolomiti

Le montagne dolomitiche che circondano Cortina, paesaggio unico al mondo, sono il risultato dell'innalzamento e del corrugamento di enormi complessi rocciosi, provocati da potentissimi movimenti tettonici.
Questi fenomeni sconvolsero un territorio, che circa 234 milioni di anni fa, era caratterizzato da un mare caldo, simile agli attuali Caraibi, adornato da scogli e atolli. Uno di essi si trovava nella zona del Monte Cernera, ove sono stati reperiti gasteropodi, branchiopodi, alghe, anemoni di mare e le caratteristiche ammoniti.

Con le successive eruzioni vulcaniche si sono formate numerose isole.
La continua erosione di esse ha prodotto un'enorme massa di depositi vulcanoclastici, rocce scure nelle quali abbondano numerosi fossili di vegetali, segno della presenza di foreste tropicali (230 milioni di anni). 
Successivamente un mare tropicale (229 milioni di anni - Carnico), ricco di barriere coralline, è testimoniato dalla presenza di rocce tenere come marne e calcari marnosi: la cosiddetta "Formazione di San Cassiano".

L'abbassamento del livello del mare e l'emersione di vaste aree ha poi sconvolto drasticamente il paesaggio dolomitico (225 milioni di anni): scomparse le barriere coralline, si sono formati estesi fondali pianeggianti; il mare basso ha facilitato lo sviluppo di grossi bivalvi e di pesci di varie specie, oltre che la comparsa dei primi rettili terrestri.
I ritrovamenti, non solo di reperti fossili di animali, ma anche di carbone e di ambra, testimoniano la presenza di rigogliose foreste.
In seguito (224 milioni di anni - Norico), il mare si alzò nuovamente e invase ciclicamente le terre depositando fanghi carbonatici, la Dolomia Principale, in cui s'inglobano grossi lammellibranchi, chiamati megalodonti.

Successivi sconvolgimenti tettonici portano il fondo del mare ad abbassarsi in modo lento ma continuo (210 milioni di anni - fine Triassico), creando condizioni di bassofondo tropicale; le acque limpide e mosse favoriscono la formazione di dune sabbiose sottomarine: i depositi sono costituiti da fanghi e sabbia carbonatici, il clima si fa più umido ed il mare s'arricchisce di colonie branchiopodi.

In seguito (185 milioni di anni - metà Giurassico), per effetto dell'inabissarsi del fondo marino, il fondale si abbassa sotto i mille metri.
Le fortissime correnti oceaniche non facilitano certo ingenti depositi: è l'habitat marino più adatto ai grandi molluschi come le ammoniti. I pochi depositi rimasti, colorati di rosso e ricchi di ammoniti, sono noti con il nome di Rosso Ammonitico.
Ad essi si sovrappongono rocce friabili grigie, rimaste in pochi luoghi preservati dagli sconvolgimenti tettonici successivi: sono le cosiddette "Marne del Puez". Esse appaiono nel paesaggio odierno come colline di modesta altezza.

In seguito ad un periodo di intensi terremoti ed innalzamenti si definisce un ambiente caratterizzato da una costa molto articolata con pareti a picco sul mare e intercalata da valli; vigorosi torrenti trasportano al mare i detriti modellando così le spiagge.
Sono così nate le rocce più giovani delle Dolomiti (25 milioni di anni - Terziario), il cosiddetto "Conglomerato di Monte Parei", costituito da ciottoli arrotondati misti a sabbie, alghe, conchiglie, denti di squalo.